Elevate temperature interne, aria stagnante, umidità insopportabile : arriva l’estate e il calo produttivo nei reparti è alle porte. Vediamo come è possibile risolvere il problema migliorando il comfort del personale, attraverso sistemi per la ventilazione dei capannoni.
Il caldo è in arrivo e con lui torneranno i classici problemi di ventilazione degli spazi produttivi che abbiamo in ogni stagione estiva all’interno di magazzini, fabbricati industriali e capannoni : l’aumento della temperatura interna e la qualità dell’aria.
Queste condizioni ambientali, unite all’umidità in eccesso portano ad una repentina riduzione del confort ambientale e ad un sensibile calo produttivo del personale coinvolto nelle aree, perchè sappiamo essere impossibile lavorare in efficienza al caldo con la sensazione di avere poca aria !
La ventilazione degli spazi produttivi è dunque assolutamente necessaria, oltre che prevista dalle normative.
In molti avranno già tentato soluzioni come ad esempio i raffrescatori evaporativi portatili, gli impianti di climatizzazione, l’acquisto di qualche ventilatore portatile a colonna per le postazioni di lavoro. E’ possibile anche lasciare porte e finestre sempre aperte, ma questo non migliorerà la condizione di lavoro.
Con questo articolo vediamo diverse soluzioni tecniche per la ventilazione degli spazi produttivi ed il miglioramento del confort ambientale.
La prima tecnica è un classico: l’installazione di ventilatori assiali da parete.
Ideali per applicazioni in cui è necessario estrarre l’aria dai locali, hanno elevate portate d’aria e sono di semplice installazione con fissaggio su pareti o a finestra. Prodotti in diversi diametri, possono essere dotati di accessori come la serranda a gravità per evitare il rientro dell’aria a ventilatore spento, distanziali per il fissaggio a pareti sottili e regolatori di velocità. Molto interessante la possibilità di averli in versione ATEX per applicazione non solo di ventilazione e riduzione calore ma in caso di ventilazione forzata di aree come le zone di ricarica muletti o di movimentazione prodotti che sviluppano emissioni potenzialmente esplosive.
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Ce’ una soluzione molto simile alla prima e prevede anch’essa di estrarre l’aria dai locali, ma si differenza per la tipologia di installazione: i torrini da tetto sono infatti ventilatori da posizionare sul tetto dei fabbricati per la ventilazione di capannoni industriali o magazzini.
Hanno elevate portate d’aria e sono da installare con l’ausilio di adattatori o faldali antipioggia, da dimensionare a seconda del tipo di tetto o copertura industriale. Prodotti in diverse taglie e misure, rispetto al ventilatore assiale da parete hanno il vantaggio di non dover forare muri o finestre e di essere installati nella zona dove si stratifica maggiormente il calore, garantendo quindi un migliore smaltimento, con una corrente d’aria generata dal basso verso l’alto.
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La più innovativa, è certamente quella relativa ai ventilatori industriali da soffitto comunemente conosciuti come ventilatori HVLS che in Inglese significa “high volume low speed”. Ovvero grandi volumi di aria a bassi giri.
Si presentano come enormi ventilatori a pale, muovono masse d’aria enormi e sono da installare a soffitto, senza particolare impiantistica o altre difficoltà. Grazie alle loro caratteristiche la ventilazione degli spazi produttivi è garantita! Sono in grado di aumentare notevolmente il confort degli operatori, il dolce movimento dell’aria permette alla pelle di traspirare molto più velocemente con una sensazione di benessere dovuta alla riduzione della temperatura corporea. Si riducono la sudorazione, le formazioni di muffe sulle pareti dovute alla staticità dell’aria (stanze chiuse;) si riduce la temperatura delle pareti che a loro volta vengono raffrescate dallo scambio termico continuo con l’aria. |
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In Italia, il microclima estivo nei locali produttivi è regolamentato principalmente dal D.Lgs 81/2008, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro. Questo decreto legislativo stabilisce i requisiti per garantire adeguati livelli di temperatura, umidità e ventilazione al fine di proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori. Include disposizioni su valori limite di esposizione e misure di controllo per prevenire il rischio da calore eccessivo.
Esistono inoltre normative UNI specifiche che si occupano di aspetti del microclima nei luoghi di lavoro, tra cui il calore. Ad esempio, la norma UNI EN ISO 7730 fornisce linee guida sulla valutazione del comfort termico, includendo parametri come la temperatura, l’umidità, e la velocità dell’aria, che sono fondamentali per definire un ambiente di lavoro confortevole e sicuro durante i mesi estivi. Queste norme sono particolarmente utili per i datori di lavoro per conformarsi agli standard di sicurezza e benessere dei lavoratori.
Il diritto del lavoro italiano non definisce una temperatura massima consentita sul luogo di lavoro, ma, analogamente alla Francia, richiede che i datori di lavoro si assicurino che i dipendenti siano in grado di svolgere le proprie mansioni in sicurezza.
Vedi anche: Inail / stress termico
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