A seguito all’emergenza coronavirus i dentisti e gli studi odontoiatrici si devono organizzare per lavorare in massima sicurezza in vista della fase 2; attrezzarsi per aspirare l’aerosol potenzialmente infetto durante gli interventi prima di respirarlo, è certamente una delle misure più importanti da adottare.
A seguito della comparsa del coronavirus è tornato in primo piano per i dentisti il già noto problema del controllo del rischio di contagio causato dall’aerosol prodotto dalle turbine usate per molte manovre terapeutiche in ambito odontoiatrico. E’ infatti noto che per chi opera sul paziente, sia esso odontoiatria o igienista, si presentano una serie di rischi biologici che derivano dal cosiddetto inquinamento da “aerosol” ovvero derivato dall’utilizzo di strumenti rotanti ed a ultrasuoni che rimuovono dal campo operatorio materiale solido, creando così una nebbiolina potenzialmente infetta e contaminante.
Tecnicamente occorre un’aspiratore di aerosol per evitarne la diffusione perché questo diffonde, tramite l’acqua di raffreddamento e l’aria che esce dalle turbine, una nuvola di oltre un metro di diametro contenente, tra altri composti, materiale biologico, quindi virus e batteri.
Il caso più di attualità è sicuramente quello legato al virus COVID-19 che, come sappiamo, è stato recentemente identificato più volte nella saliva dei pazienti infetti. Questa saliva è noto che può avere un ruolo decisivo nella trasmissione da uomo a uomo ed i dentisti con gli altri operatori sanitari possono, inconsapevolmente, operare su pazienti infetti ma non ancora diagnosticati con COVID-19, o a quelli che sono asintomatici. L’inalazione di particelle trasportate dall’aria e di aerosol prodotti durante le procedure odontoiatriche su pazienti con COVID-19 è quindi una situazione molto rischiosa a cui i dentisti sono direttamente esposti. E’ quindi di fondamentale importanza che i dentisti perfezionino le strategie preventive per evitare l’infezione da COVID-19, concentrandosi sul posizionamento del paziente, sull’igiene delle mani e su tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI).
Considerato quindi che il personale è già ampiamente dotato di dispositivi DPI, ovvero di una protezione “passiva” verso il rischio biologico, per ridurre ulteriormente questo rischio di infezione per il professionista si rende necessario passare ad una soluzione “attiva” ovvero che rimuova o riduca l’aerosol prima che raggiunga i DPI e potenzialmente le vie respiratorie. La tecnica è quella già utilizzata nei contesti industriali per proteggere le vie respiratorie dell’operatori e ampiamente indicata dalle linee guida legislative (Dgls 81/2008) e dalle più efficienti tecniche di abbattimento fumi e polveri. Occorre aspirare il più vicino possibile alla fonte, evitando quindi la dispersione dell’aerosol all’interno del laboratorio, quando poi diventa quasi impossibile abbatterlo.
Grazie a questa tecnologia, l’aspiratore di aerosol con il braccio aspirante mobile posizionato a 20-30 cm dalla bocca del paziente (una distanza tale da poter permettere i movimenti necessari) è in grado di convogliare il pericoloso residuo volatile di lavorazione lontano dalla zona operatoria per ridurre il massimo possibile il rischio di contagio degli operatori. L’aerosol aspirato viene poi filtrato con apparecchiatura adatta all’abbattimento di nebbie umide con efficienza finale HEPA H14 99,9% e poi reimmessa in ambiente depurata, oppure convogliata all’esterno a seconda delle necessità logistiche ed impiantistiche.
Sono già presenti sul mercato diversi prodotti dedicati all’aspirazione dell’aerosol o delle esalazioni prodotte durante operazioni in ambito medicale. Tuttavia, nel caso specifico del rischio Covid-19, è di fondamentale importanza affrontare tecnicamente l’aspirazione e la filtrazione in modo più completo, analizzando a fondo tutte le componenti di questa “nuvola” inquinante.
E’ decisamente sconsigliato utilizzare aspiratori non specificatamente progettati per questa applicazione. Qui di seguito elenchiamo tre soluzioni che variano a seconda delle necessità operative e degli spazi disponibili di lavoro.
Aspiratore mobile su ruote con braccio autoportante, con pre-abbattimento della parte umida aspirata, filtrazione assoluta HEPA H14 99,995% e braccio con cappa trasparente a sezione circolare.
Dimensioni indicative mm 510x660x780 H (senza braccio) Requisito importante: il braccio aspirante per garantire la portata nominale di 400 mc/h deve avere le tubazioni di diametro 100mm altrimenti la portata sarà ridotta ed il rumore elevato. Vantaggi: Soluzione molto flessibile permette di spostare il depuratore nei diversi locali di lavoro Contro: ingombro ulteriore da aggiungere a terra intorno alla zona operatoria A questo link tutte le informazioni sull’aspiratore depuratore mobile. |
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Aspiratore da parete o soffitto con preabbattimento della parte umida aspirata, filtrazione assoluta HEPA H14 99,995% e kit di collegamento a braccio aspirante autoportante fissato a soffitto o a parete, con cappa trasparente a sezione circolare.
Dimensioni indicative mm 600x700x900 H (senza braccio) Requisito importante: il braccio aspirante, per garantire la portata nominale di 400 mc/h, deve avere le tubazioni di diametro 100mm altrimenti la portata sarà bassa e il rumore elevato. Vantaggi: Nessun ingombro a terra, il braccio “scende” dal soffitto o viene esteso dalla parete in prossimità della zona operatoria. Contro: Necessaria installazione per fissaggio a muro e collegamento elettrico alla rete |
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Impianto centralizzato di aspirazione aerosol
Soluzione destinata ai contesti dove si vuole aspirare da più unità convogliando in un’unica centrale di aspirazione e depurazione. Tecnicamente ogni postazione di lavoro viene attrezzata con un braccio aspirante fissato a soffitto, poi collegate ad un unica centrale di aspirazione e depurazione con abbattimento condensa umida e filtrazione assoluta HEPA H14 99,995% Vantaggi: nessun aspiratore all’interno della zona di operazione, ideale per la progettazione di nuovi studi Contro: difficilmente applicabile in retrofit, richiede passaggi in controsoffitto, opere murarie ed impiantistiche importanti. |
Ci sono già alcuni sistemi sul mercato che però non sono stati progettati per il trattamento dell’aerosol ed oltre a non risolvere la problematica della parte umida già affrontata tecnicamente in questo articolo, spesso propongono filtrazioni aggiuntive con raggi UV – UVG o con pannelli a carbone attivo.
Occorre fare molta attenzione a queste caratteristiche tecniche perchè oltre ad essere inefficaci possono essere anche pericolose, qui di seguito le info specifiche:
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Links e crediti
L’effetto dell’aerosol nello studio odontoiatrico – Prof. Abati
Covid-19 e odontoiatria, analisi delle risorse
Filtrazione HEPA come funziona
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