Gli impianti di aspirazione ed i sistemi di filtrazione aria devono soddisfare precise prescrizioni normative ai fini della tutela della qualità dell’aria nell’ambiente di lavoro e della salute di coloro che vi operano.
La normativa di riferimento per quanto riguarda l’ambiente di lavoro e il D.lgs. n. 81 del 2008 “Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” che ha sostituito le precedenti in materia quali il D.P.R. n. 303/56 “Norme generali per l’igiene del lavoro”, il D.P.R. n. 547/55 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” e il Decreto Legislativo n. 626/94 “Attuazione delle direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro” la celeberrima “626”.
Il D.lgs. n. 81 del 2008 evidenzia in più punti l’obbligatorietà degli impianti di aspirazione localizzata, nell’Allegato IV – Requisiti dei luoghi di lavoro, ai punti: 2.1.5. / 2.2.2. ed ancora nell’Allegato V – Requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro, al punto 4.1.
I controlli su questa materia sono affidati all’ASL competente per territorio tramite il SISL (Servizio di Igiene e Sicurezza sul Lavoro).
Occorre evidenziare che l’inosservanza delle disposizioni di legge del D.lgs. 81/08 in questa materia ha rilevanza penale per i datori di lavoro e per i dirigenti (art. 55) in merito alla mancata predisposizione degli idonei sistemi di protezione. Anche i preposti (art. 56) ed i lavoratori (art. 59) sono sanzionabili in merito rispettivamente alla mancata vigilanza ed al mancato utilizzo dei sistemi di protezione predisposti.