I fumi di saldatura sono pericolosi perché scaturiscono di fatto da una combustione dove gli oggetti da saldare vengono portati a temperature prossime a quella di fusione, in modo da formare il cordone di saldatura. Durante questa fase vengono sprigionati fumi di saldatura che a seconda del tipo di lavorazione e di metalli possono essere anche cancerogeni.
Tralasciando la descrizione delle tecniche di saldatura che certamente conoscerete se siete capitati in queste pagine, ci concentreremo sulle tecniche di aspirazione e depurazione dei fumi in particolare su quelle definite localizzate alla fonte come richiesto dal legislatore e consigliato dalla buona tecnica di ingegneria degli impianti.
Nei lavori di saldatura di acciaio inossidabile MIG o a filo continuo, i fumi di saldatura e le micro-polveri spesso contengono al loro interno particelle di cromo, manganese e nickel.
Le più pericolose, se inalate, sono quelle di cromo.
In particolare la forma esavalente del cromo, presente in diversi composti di origine industriale “sulla base di evidenze sperimentali ed epidemiologiche è stato classificato dalla IARC come cancerogeno per l’uomo (classe I)”.
Concludiamo questo paragrafo un po’ terroristico ricordando che la maggior parte delle sostanze nocive e dei particolati contenute nei fumi di saldatura misurano alla fonte 0,01÷0,1 micron, ciò significa che sono facilmente inalabili e possono penetrare all’interno dei polmoni ed anche, se con esposizioni prolungate, nel sangue.
Anche il legislatore Italiano ovviamente tratta l’argomento e lo fa in modo molto preciso a dispetto di chi pensa che non ci siano direttive per questo tipo di inquinanti prodotti da una lavorazione così diffusa nelle officine meccaniche.
Gli obblighi e le misure di prevenzione previste nel D.Lgs. 81/2008 sono quelle di riferimento per i fumi di saldatura, in particolare visto che in questo articolo trattiamo l’argomento, segnaliamo quanto indicato nell’Allegato IV
“Requisiti dei luoghi di lavoro” :
2.1.5. L’aspirazione dei gas, vapori, odori o fumi deve farsi, per quanto è possibile, immediatamente vicino al luogo dove si producono.
La tecnologia applicata allo sviluppo delle attrezzature di sicurezza e dei sistemi di filtrazione negli ultimi anni ha notevolmente semplificato il lavoro dei tecnici che si trovano a dimensionare impianti o sistemi di aspirazione e depurazione dei fumi di saldatura.
Rispetto agli anni 70 e 80 infatti l’approccio tecnico a questo tipo di aspirazione ha visto sempre più utilizzare bracci aspiranti o tubazioni flessibili a discapito di “cappe e capponi” che venivano tipicamente installati sopra la testa dell’operatore con conseguente pre-inalazione dei fumi prima ancora che venissero aspirati.
Questo prodotto come dicevamo ha da molti anni il monopolio delle soluzioni localizzate o ravvicinate perché grazie alla sua “auto portanza” ovvero la capacità di rimanere sospeso a mezz’aria, può essere posizionato molto, molto vicino all’emissione dei fumi e se collegato ad un sistema di aspirazione correttamente dimensionato garantisce la protezione delle vie respiratorie aspirando la quasi totalità dei fumi prodotti, come si può vedere dal video sotto, realizzato presso una carpenteria metallica.
Per contro costringe gli operatori a continui spostamenti della cappa aspirante in modo che sia sempre vicina alla fonte altrimenti perde completamente la sua efficacia in quanto l’aspirazione localizzata utilizza molta meno portata aria rispetto ai sistemi classici.
E dopo il braccio? Depuratore mobile o impianto centralizzato
Raggiunta la sicurezza che il braccio aspirante sia la miglior soluzione per I fumi di saldatura, rimane da definire dove o meglio a cosa collegarlo ed in questo caso ci sono due principali soluzioni:
1) Montato a bordo di un depuratore carrellato o mobile per fumi di saldatura, soluzione tipicamente vincente quando non si ha un layout bene definito o I particolari sono difficilmente raggiungibili con bracci fissi.
Le recenti tecniche costruttive e lo sviluppo hanno portato questa soluzione a concreti livelli di sicurezza raggiungendo efficienze di filtrazione del 99,9% classificate W3 dalle normative tedesche ovvero adatte ad aspirare e filtrare agenti cancerogeni.
Nel video sotto è possibile apprezzare questo tipo di depuratore in azione.
2) Installato a parete o lungo un impianto di aspirazione fumi centralizzato, magari con più bracci collegati ad prolunghe e ad un collettore, ad un ventilatore e ad un filtro esterno come tipicamente avviene negli impianti di aspirazione.
3) Montato su un depuratore pensile fisso per fumi di saldatura che poi viene normalmente posizionato a parete o su una colonna, in prossimità dalla postazione che produce fumi di saldatura e che grazie al ventilatore incorporato, come si vede dal video sotto, aspira rapidamente dal braccio autoportante i fumi di saldatura poi depurati al 99,9% di efficienza con 3 diversi stadi di filtrazione.
Nei prossimi articoli tratteremo in modo approfondito queste due soluzioni, grazie per l’attenzione!
Secure air – Ufficio tecnico
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